Maker Faire Roma 2025: la mia prima esperienza da espositore

Se mi avete seguito negli ultimi video, sapete già che quest’anno ho partecipato come espositore alla Maker Faire di Roma.

Una grande emozione, soprattutto perché fino a due anni fa avevo partecipato solo come visitatore, quando l’evento si svolgeva alla Fiera di Roma. Questa volta, invece, ho vissuto tutto dall’interno — con il mio stand, i miei progetti e tanti incontri che porterò con me a lungo.

L’allestimento e i primi momenti

Tutto è iniziato giovedì 16 ottobre, con la scoperta del nuovo spazio del Gazometro, una location davvero suggestiva e molto diversa dalle edizioni precedenti.

La giornata è stata dedicata all’allestimento dello stand, alla sistemazione dei materiali e — come sempre accade — alla risoluzione di quei piccoli problemi che si presentano all’ultimo momento. Alla fine, però, tutto era pronto per l’apertura al pubblico.

Un grande grazie a mia moglie, che mi ha supportato in ogni fase di questa avventura, e anche a nostro figlio, che ci ha aiutato allo stand con entusiasmo. È stato bello vivere questa esperienza come una piccola avventura di famiglia.

Tanti incontri e nuove idee

Durante i tre giorni di fiera ho incontrato tantissime persone interessate al progetto ALEX80, incuriosite dal fatto che utilizzi un microprocessore Z80.

Alcuni mi hanno chiesto se non sarebbe meglio concentrarsi su tecnologie più moderne, ma come ho avuto modo di spiegare, studiare lo Z80 non è solo un’operazione amarcord: è un modo concreto per capire le basi di un sistema a microprocessore, da cui poi si può evolvere verso architetture più recenti.

Una frase che mi è rimasta impressa è stata: “Se sai come funziona lo Z80, sai tutto.”

E credo che renda perfettamente l’idea.

I bambini e le nuove generazioni

Un momento davvero emozionante è stato vedere tanti giovani e bambini interessati alle schede elettroniche.

Alcuni si avvicinavano con curiosità, altri insieme ai genitori che mostravano loro i componenti sulle schede.

Mi ha fatto piacere notare anche l’interesse di bambine e ragazze, a conferma che le discipline STEM non hanno genere: l’elettronica può affascinare tutti, basta farla conoscere nel modo giusto.

Da queste osservazioni è nata un’idea: una nuova serie di video dedicata all’introduzione all’elettronica per bambini. Ho infatti anche conosciuto le persone di ELAB, un laboratorio che propone attività di elettronica per ragazzi dai 12 anni in su. Un bellissimo incontro da cui, chissà, potrebbe nascere una collaborazione.

Incontri che lasciano il segno

Tra le persone che ho avuto il piacere di conoscere, voglio citare Tan Siret, Student Ambassador al Politecnico di Torino.

Dopo aver visto un mio post su Instagram, è venuto a trovarmi per parlarmi dell’associazione studentesca che ha costruito un computer modulare basato sull’architettura open source RISC-V.

Il loro progetto (approfondibile su deepcomputing.io) punta a democratizzare l’hardware, come Linux ha fatto per il software. Da questa chiacchierata è nata anche un’idea: un futuro ALEX-RISCV. Chissà, magari sarà il prossimo passo della serie ALEX.

Un ringraziamento speciale anche a chi ha acquistato i kit o le schede ALEX80 e tutti coloro che si sono fermati a parlare di tecnologia, scuola e futuro.

Interessanti anche le discussioni sul ruolo del linguaggio C come base per l’apprendimento della programmazione — molti concordano con me che partire da Python non sia sempre la scelta migliore per chi vuole davvero capire come funziona un computer ed apprendere in modo solido le basi della programmazione.

Persone e storie

Tra gli incontri più curiosi c’è stato quello con Shigeta, un maker giapponese (Shige per gli amici) che esponeva alcuni kit realizzati nel suo store di Tokyo.

Da lui ho preso due PCB: uno per realizzare un Arduino UNO e un altro tratto dal progetto italiano FabGL di Fabrizio Di Vittorio — un emulatore retroOS con interfacce VGA e PS/2 basato su ESP32. Con le parole di Shige, “un progetto italiano rinato in Giappone e poi tornato a casa alla Maker Faire”. Ha mostrato un certo interesse per i miei progetti che ruotano attorno allo Z80 dicendo che un Giappone potrebbero suscitare un certo interesse. Chissà, forse un giorno i kit ALEX80 voleranno fino a Tokyo.

Tra gli altri progetti che mi hanno colpito c’è quello di Romain Chambard, che ha costruito un processore RISC a 4 bit interamente su breadboard — un’idea bellissima per comprendere davvero cosa accade dentro un microprocessore. Approfondimenti qui.

Ho incontrato anche Mauro (DevBoards.it)GianLuigi (themaker.it) e Gennaro (quattrodispositivi.it), con cui abbiamo chiacchierato dei rispettivi progetti, e Marco, che presentava un affascinante “terrario evoluto” controllato da ESP32 per gestire luce, temperatura e umidità.

I miei vicini di stand

Con i miei vicini di stand si è creato un bel clima di collaborazione e simpatia.

Salvatore e Fabrizio, arrivati da Ivrea, presentavano la scheda per la prototipazione JollyBoard che evita di dover ogni volta collegare sensori e display su breadboard. Con loro si è parlato naturalmente di Olivetti, del genio di Adriano Olivetti e del clima che si respirava in quell’azienda straordinaria.

Carlo e Fabio invece portavano Zen Pilot, un sistema di controllo qualità automatizzato basato su Arduino e Raspberry.

Infine, Captery Technology con la loro batteria a supercondensatore, ricaricabile quasi all’infinito e già in campagna su Kickstarter — un progetto davvero interessante.

Le emozioni e il contorno

Il mio stand si trovava all’ultimo piano del Gazometro, una posizione con una vista stupenda, soprattutto al tramonto. Ogni tanto si formavano veri e propri capannelli di persone davanti al banco, e devo dire che per me — non abituato a queste cose — è stata una sensazione speciale.

Ho anche avuto modo di salutare, anche se brevemente, Pier Aisa e Davide Gatti di Survival Hacking, che sicuramente molti di voi conoscono: due figure importanti della community e persone disponibilissime.

Un grazie all’organizzazione

Un ringraziamento sincero va anche all’organizzazione della Maker Faire e allo staff del piano, sempre presenti, competenti e gentili, dal giorno dell’allestimento fino alla domenica sera del disallestimento.

E poi, grazie per il consiglio sul maritozzo giusto per cominciare la giornata con energia!

A proposito di Roma: impossibile non citare la pizza romana, sottilissima e buonissima, e la pasta cacio e pepe — indimenticabili.

In conclusione

Posso dire con certezza che questa prima esperienza come espositore alla Maker Faire Roma è stata unica, intensa e ricca di stimoli.

Ho imparato molto, conosciuto persone appassionate e ricevuto tanti spunti per il futuro.

Non sarà sicuramente l’ultima volta.

Arrivederci a Roma!

Avatar Paolo Godino