Nel mondo dell’informatica, siamo abituati a guardare sempre avanti: processori più veloci, memorie più capienti, tecnologie sempre più complesse. Con gigabyte di DRAM nei nostri computer e memorie Flash ultra-rapide nei nostri SSD, viene spontaneo chiedersi: ha ancora senso, oggi, dedicare tempo a un componente apparentemente “vintage” come la memoria RAM Statica (SRAM)?
La mia risposta è: assolutamente sì.
E non solo per nostalgia o per progetti di retrocomputing.
Tornare alle origini per capire il presente
La bellezza della SRAM risiede nella sua semplicità e trasparenza. A differenza delle moderne DRAM, che richiedono complessi controller di memoria per gestire il refresh costante delle celle, una SRAM può essere interfacciatas in modo diretto. Bastano una manciata di segnali di controllo — Chip Select, Write Enable, Output Enable — per avere il pieno dominio su ogni singola operazione di lettura e scrittura.
Questo rende la SRAM uno strumento didattico insostituibile. Lavorare con una SRAM significa toccare con mano i concetti fondamentali dell’architettura dei calcolatori: il bus indirizzi, il bus dati, il memory-mapped I/O. È un’esperienza che insegna molto di più di qualsiasi simulatore.
Dal banco di scuola al banco da lavoro
Questa non è solo teoria. Per il mio sistema Z80, l’Alex 80, la scelta di una SRAM come la 62256 è stata naturale, proprio per la sua facilità di integrazione con un microprocessore “classico”. Ma l’utilità non si ferma qui: le SRAM sono ancora oggi il cuore delle memorie cache ad alta velocità all’interno delle moderne CPU e costituiscono i blocchi di memoria interni di molti FPGA.
Capire come funzionano, quindi, non è un esercizio accademico, ma una competenza con risvolti molto pratici.
L’esperimento: diamo vita alla memoria
Per dimostrare quanto sia accessibile questa tecnologia, ho deciso di mettere in piedi un piccolo esperimento, che è poi diventato il fulcro del mio ultimo video. L’idea era semplice: prendere una comune memoria SRAM 62256 e provare a leggerla e scriverla usando nient’altro che un Arduino Mega e una shield che avevo già a disposizione.
Il risultato è un sistema di test perfettamente funzionante, controllabile via seriale, che permette di:
- Scrivere byte a indirizzi specifici.
- Leggere aree di memoria.
- Vedere con i propri occhi la volatilità della RAM non appena si toglie l’alimentazione.
È la dimostrazione pratica che, con poche conoscenze di base, è possibile dialogare con un componente hardware a un livello profondo e gratificante.
Riassumendo
Quindi, la SRAM è obsoleta? Come memoria di massa, certamente sì. Ma come strumento per imparare, come componente per l’hobbistica avanzata e come tecnologia di base per soluzioni ad alte prestazioni, è più viva e rilevante che mai.
Per chiunque voglia vedere l’esperimento in azione e approfondire tutti gli aspetti tecnici delle memorie statiche, ho raccolto tutto in una guida video completa. Spero possa essere uno spunto utile per i vostri prossimi progetti!
